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sabato 4 febbraio 2017

Recensione di "L'isola delle farfalle"

Salve a tutti. Come va?
Oggi vi recensisco questo libro dalla copertina davvero bellissima.


Titolo: L’isola delle farfalle
Autore: Corina Bomann
Casa editrice: Giunti
Prezzo: 9,90 €
Pagine:  512





TRAMA
È un triste risveglio per la giovane avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente infatti ha scoperto che suo marito l’ha di nuovo tradita e, come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e che vorrebbe vederla un’ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende, non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione – una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica –, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…



LA MIA RECENSIONE
Partiamo dal presupposto che ho trovato lo stile di Corina Bomann abbastanza simile a quello di Lucinda Riley perché anche qui la storia si divide tra passato e presente. La differenza però sta nel fatto che su questo libro il lettore sa del passato della famiglia della protagonista del presente, mentre nel libro la protagonista ne è ignara. Nei libri della Riley invece sia il lettore che il protagonista della storia del presente ne sono ignari e lo scoprono insieme. L’Isola delle farfalle parla della famiglia Tremayne che nel 1887 si trasferisce a Ceylon, nella terra di Vannattuppucci per portare avanti la piantagione di thè del parente ormai defunto.  Il presente invece si snoda tra Germania, Inghilterra e Ceylon dove Diana Wagenbach, avvocatessa in procinto di separarsi dal marito, cercherà di scoprire il passato della sua famiglia aiutata dal maggiordomo della zia Emmely, Mr Green  e grazie anche a Jonathan Singh, uno storico di Ceylon. L’ho trovato un libro carino, anche se a volte un po’ noioso perché un po’ prolisso in alcune parti. Ho apprezzato la descrizione dello Sri Lanka, talmente dettagliata da avere avuto la sensazione di esserci stata. Non l’ho trovato un romanzo entusiasmante al massimo poiché le vicende si svolgono un po’ lentamente e quindi può incorrere, come ho detto prima, in alcuni momenti di  noia come per esempio la parte del libro in cui Diana scopre una lettera nella stanza di Grace e Victoria, ma decide di leggerla più avanti quando secondo lei arriverà il momento adatto. Ma se c’è in corso un’ “indagine” sul passato credo che ogni indizio sia fondamentale. Non lo so…forse l’autrice ha creato della suspance dove era preferibile che non ci fosse. Diciamo che il libro ha cominciato a tenermi appiccicata ad esso nelle ultime cento pagine circa dove tutto ad un tratto sono stati svelati tutti i segreti. Comunque è una lettura carina che può essere fatta sotto l’ombrellone d’estate.

Un abbraccio

Laura

 

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