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lunedì 27 febbraio 2017

"Non l'ho terminato perchè..." #4



Salve a tutti. Come va?

Oggi ci troviamo qui con una nuova puntata della rubrica “Non l’ho terminato perché…” e stavolta vi vorrei parlare di due libri.

Il primo mi ha letteralmente schifata.

Titolo: Le Undicimila verghe
Autore: Guillame Apollinaire
Casa editrice: ES
Pagine: 142



SINOSSI
Pubblicato clandestinamente nel 1906, scritto da uno dei massimi poeti francesi del Novecento, il romanzo è la storia, scatenata, di un "viaggio erotico" e, allo stesso tempo, una grottesca parodia dei romanzi erotici popolari che si svolgevano su treni, a bordo di transatlantici, in località climatiche e avevano per protagonisti principi, conti e nobili russi. Postfazione di Louis Aragon e uno scritto di Michel Décaudin.

LA MIA RECENSIONE
Non sono riuscita a terminare questo libro. L’ho trovato indegno, senza senso di esistere, volgare, efferato e quasi mi vergogno a dedicare un articolo a questa opera che ritengo schifosa.
Alcuni hanno attribuito a questo libro dei forti significati che io però non sono riuscita a cogliere. Oltre ad essere un libro perverso e fuori da ogni limite di decenza (tanto da non essere stata capace a continuare la lettura), l’ho anche trovato noioso nelle descrizioni di momenti che non toccano la sfera dell’indecenza. 
Non l’ho terminato per lo schifo che ho provato, ma anche per il modo di scrivere dell’autore, meccanico e per nulla scorrevole.

Il secondo, invece, non l’ho terminato per motivi di gusto personale.

Titolo: Anna Karenina
Autore: Lev Tolstoj
Casa editrice: BUR
Pagine: 1210



SINOSSI
Centro della vicenda è la tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante ma superficiale Vronskij. Parallelo a questo amore infelice è quello felice di Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale Tolstoj ha fornito i propri tratti. "In Anna Karenina è rappresentata - scrive Natalia Ginzburg - la colpa come ostacolo, anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità". Tra i primi lettori il libro ebbe Dostoevskij che così ne scrisse: "Anna Karenina è un'opera d'arte assolutamente perfetta. Vi è in questo romanzo una parola umana non ancora intesa in Europa... e che pure sarebbe necessaria ai popoli d'Occidente".

LA MIA RECENSIONE
Non ho molto da dire su questo romanzo perché l’ho abbandonato dopo poche pagine. 
Lo so che molti lo considerano un capolavoro e sono sicura che lo sia, ma il modo in cui è scritto non riesce a coinvolgermi. 
L’ho trovato noioso e non sono riuscita a continuarlo perché non mi sono sentita coinvolta.

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