Salve a tutti.
Oggi vi voglio recensire un libro che mi ha lasciato un
alone di tristezza e angoscia addosso, ma che se tornassi indietro leggerei
comunque immediatamente.
Titolo: 9 giorni
Autore: Gilly Macmillan
Casa editrice:New Compton Editori
Prezzo: € 12,00
Pagine: 419
TRAMA
Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio
Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa
tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della
stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno
con il fiato sul collo. È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un
attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una
madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel
tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre
più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve
affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi
cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua
famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo
Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu,
da che parte starai?
LA MIA RECENSIONE
È davvero complicato in questo caso per me recensire questo
libro senza fare spoiler.
Cercherò di stare attenta. Devo innanzitutto dire che
fino alla fine ho faticato a capire chi fosse il colpevole, si rimane col fiato
sospeso fino alle ultime pagine, questo è sicuro. Ho amato questo libro.
L’autrice ha fatto un ottimo lavoro descrivendo nei minimi particolari i
sentimenti e le emozioni che una madre può provare di fronte ad una tale
tragedia. Ci sono stati momenti in cui ho sentito i brividi corrermi lungo la
schiena e gli occhi riempirsi di lacrime per la commozione. Il dolore per la
scomparsa di Ben è davvero palpabile, come anche lo strazio che la famiglia ha
dovuto subire ogni qualvolta leggeva cattiverie e giudizi su giornali, quotidiani
e siti internet. È proprio vero che quando si sta male e si sta affrontando una
tragedia sono poche le persone che lasciano da parte la curiosità e il
pettegolezzo per starti vicino in modo disinteressato senza farti sentire un
fenomeno da baraccone. E purtroppo spesso si è inermi di fronte a certe
maldicenze. Che sia o no colpevole io ho comunque ammirato Rachel per il suo
modo di affrontare la situazione, sono rimasta delusa da uno dei personaggi
fondamentali e facente parte del corpo di polizia perché non mi sarei mai
aspettata un risvolto tale da parte sua. Ho capito quanto possa essere
complicato essere un detective che si appresta a risolvere un caso del genere.
Deve essere un lavoro che si appropria di ogni parte del tuo corpo e della tua vita
e posso comprendere come la psiche possa risentirne a seconda dell’epilogo
della faccenda; e ho anche riflettuto sulla professione del giornalista,
soprattutto di cronaca nera: io cerco sempre di capire il lavoro degli altri,
di mettermi nei loro panni, ma in questo caso non ci sono riuscita e ci sono
rimasta male perché so che anche nella realtà spesso è così: so che non tutti i
giornalisti sono come sono stati descritti nel libro, ma molti purtroppo, spinti dalla voglia di
vedere il proprio articolo in prima pagina, calpestano la dignità, il rispetto
e il dolore altrui pur di arrivare al proprio obiettivo, ma sarebbe giusto non
dimenticare che al di là della notizia ci sono persone, esseri umani con
sentimenti veri, dolori a cui devono far fronte e che spesso la pressione a cui
sono sottoposti a causa dei giornalisti non fa che peggiorare una situazione
già di per sé tragica. E a volte a costo di fare “notizia” e avere successo si
mettono in circolo idee e opinioni che possono colpevolizzare chi in realtà non
c’entra niente andando a mettere a repentaglio l’equilibrio psichico già
precario di chi è protagonista di una tragedia. Questo libro è davvero
riflessivo.L’unico appunto negativo del libro l’ho trovato nelle ultime 10-20
pagine: le ho trovate un po’ prolisse. E un’altra cosa: non è stato abbastanza
approfondito il segreto della famiglia di Rachel. È come se l’autrice lo avesse
buttato lì senza arte né parte, tanto per dare altra aria di mistero ad una
storia che di misterioso aveva già abbastanza. Non ne ho visto il bisogno o
perlomeno avrebbe dovuto parlarne un po’ più attentamente. Comunque devo dire
che questo libro ti risucchia all’interno delle pagine, ti cattura e non riesci
a smettere di leggerlo fino a quando non intuisci come può finire. È anche
veloce e scorrevole. Non è una lettura leggera, è impegnativa sotto il punto di
vista emotivo e quindi occorre sentirsi pronti per leggerlo, ma di sicuro non
ne rimarrete delusi.
Un abbraccio
Laura

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