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martedì 7 febbraio 2017

Recensione di "9 giorni"



Salve a tutti.
Oggi vi voglio recensire un libro che mi ha lasciato un alone di tristezza e angoscia addosso, ma che se tornassi indietro leggerei comunque immediatamente.

Titolo: 9 giorni
Autore: Gilly Macmillan
Casa editrice:New Compton Editori
Prezzo: € 12,00
Pagine: 419



TRAMA
Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo. È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu, da che parte starai?

LA MIA RECENSIONE
È davvero complicato in questo caso per me recensire questo libro senza fare spoiler. 
Cercherò di stare attenta. Devo innanzitutto dire che fino alla fine ho faticato a capire chi fosse il colpevole, si rimane col fiato sospeso fino alle ultime pagine, questo è sicuro. Ho amato questo libro. L’autrice ha fatto un ottimo lavoro descrivendo nei minimi particolari i sentimenti e le emozioni che una madre può provare di fronte ad una tale tragedia. Ci sono stati momenti in cui ho sentito i brividi corrermi lungo la schiena e gli occhi riempirsi di lacrime per la commozione. Il dolore per la scomparsa di Ben è davvero palpabile, come anche lo strazio che la famiglia ha dovuto subire ogni qualvolta leggeva cattiverie e giudizi su giornali, quotidiani e siti internet. È proprio vero che quando si sta male e si sta affrontando una tragedia sono poche le persone che lasciano da parte la curiosità e il pettegolezzo per starti vicino in modo disinteressato senza farti sentire un fenomeno da baraccone. E purtroppo spesso si è inermi di fronte a certe maldicenze. Che sia o no colpevole io ho comunque ammirato Rachel per il suo modo di affrontare la situazione, sono rimasta delusa da uno dei personaggi fondamentali e facente parte del corpo di polizia perché non mi sarei mai aspettata un risvolto tale da parte sua. Ho capito quanto possa essere complicato essere un detective che si appresta a risolvere un caso del genere. Deve essere un lavoro che si appropria di ogni parte del tuo corpo e della tua vita e posso comprendere come la psiche possa risentirne a seconda dell’epilogo della faccenda; e ho anche riflettuto sulla professione del giornalista, soprattutto di cronaca nera: io cerco sempre di capire il lavoro degli altri, di mettermi nei loro panni, ma in questo caso non ci sono riuscita e ci sono rimasta male perché so che anche nella realtà spesso è così: so che non tutti i giornalisti sono come sono stati descritti nel libro, ma  molti purtroppo, spinti dalla voglia di vedere il proprio articolo in prima pagina, calpestano la dignità, il rispetto e il dolore altrui pur di arrivare al proprio obiettivo, ma sarebbe giusto non dimenticare che al di là della notizia ci sono persone, esseri umani con sentimenti veri, dolori a cui devono far fronte e che spesso la pressione a cui sono sottoposti a causa dei giornalisti non fa che peggiorare una situazione già di per sé tragica. E a volte a costo di fare “notizia” e avere successo si mettono in circolo idee e opinioni che possono colpevolizzare chi in realtà non c’entra niente andando a mettere a repentaglio l’equilibrio psichico già precario di chi è protagonista di una tragedia. Questo libro è davvero riflessivo.L’unico appunto negativo del libro l’ho trovato nelle ultime 10-20 pagine: le ho trovate un po’ prolisse. E un’altra cosa: non è stato abbastanza approfondito il segreto della famiglia di Rachel. È come se l’autrice lo avesse buttato lì senza arte né parte, tanto per dare altra aria di mistero ad una storia che di misterioso aveva già abbastanza. Non ne ho visto il bisogno o perlomeno avrebbe dovuto parlarne un po’ più attentamente. Comunque devo dire che questo libro ti risucchia all’interno delle pagine, ti cattura e non riesci a smettere di leggerlo fino a quando non intuisci come può finire. È anche veloce e scorrevole. Non è una lettura leggera, è impegnativa sotto il punto di vista emotivo e quindi occorre sentirsi pronti per leggerlo, ma di sicuro non ne rimarrete delusi.

Un abbraccio

Laura

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